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“Mi bastò quel fatto ad aprirmi gli occhi. Anche Irene e Silvia erano gente come noi che maltrattava e diventava cattiva, s’offendevano e ci soffrivano, desideravano delle cose che non avevano. Non tutti i signori valevano allo stesso modo, c’è qualcuno più importante, più ricco, che nemmeno invitava le padrone. E allora cominciai a chiedermi che cosa dovevano essere le stanze e il giardino del Nido, di quell’antica palazzina, perché Irene e Silvia morissero d’andarci e non potessero”
Il racconto di Cesare Pavese, in questi ultimi capitoli, si incentra sulla storia delle figlie del padrone, che Anguilla ragazzino guarda da lontano, di cui ascolta i discorsi tra l’erba alta e le voci che di loro si dice in paese.
CAP. XXII:
CAPITOLO XXIII::
CAPITOLO XXIV::
CAP. XXV: