Bella parola strega
e quanti mondi, quante fratture
si nascondono
nel suo fluire di forza, magia e terrore.
Mona Chollet, nel suo libro Streghe – storie di donne indomabili,
parte dalla Santa Inquisizione
affermando, prima di tutto, la necessità
di dare peso
a quello che fu
uno sterminio programmato sui corpi delle donne:
la caccia alle streghe ha contribuito a forgiare il nostro mondo.
Rendersi conto, profondamente, che si parla di un pezzo della nostra storia
– nostra, e non solo di una Chiesa lontana e di un mondo lontano
significa anche accettare che continuiamo a portarci dietro
alcuni dei suoi strascichi.
Fili sottili, che preferiamo non guardare
ma che continuiamo a calpestare
e che ci parlano della facilità dell’odio e della violenza,
del continuo bisogno di un capro espiatorio
da schiacciare o azzittire.
Nel periodo che andò dal 1400 fino a metà del ‘700
quando sono finite le ultime esecuzioni,
ad essere presi di mira non furono solo i corpi delle donne
ma anche
e soprattutto
i loro comportamenti.
Qualunque segno, sguardo, gesto o parola che oltrepassasse
il consentito
poteva essere additato come segno di stregoneria.
Ogni difetto sulla pelle liscia:
nei, voglie, verruche, peli
– prova di colpevolezza.
Ogni donna fastidiosa o troppo ingombrante
poteva essere fatta sparire facilmente con una denuncia
o anche, più semplicemente, con la sua minaccia.
Strega quella che non ha marito
e quella che vogliono tutti,
quella che non gliene basta uno solo
e l’altra che non va a messa, ma anche quella lì
quella che ci va tutti i giorni, compresa la funzione del mattino
streghe tutte le vecchie, soprattutto se vedove
e tutte quelle che conoscono il linguaggio delle piante
ma soprattutto quella lì, quella che mi ha rifiutato
e l’altra, perché dopo averle frugato nelle mutande
mi ha promesso che lo dirà a suo padre.
Streghe sono, infondo, tutte quelle
che incontro per strada, e non chinano gli occhi.
Per difendersi dalla pericolosa accusa di stregoneria
non rimaneva che la pratica dell’invisibilità:
chiudere gli occhi, tapparsi la bocca e il corpo
sedersi all’ombra di un marito
e pregare che passasse.
La caccia alle streghe è stata, prima di tutto,
una ferita all’individualità delle donne
un colpo profondo
alla nostra forza, indipendenza e fantasia.
Siamo tutte discendenti di quelle donne
costrette a serrare le labbra e abbassare gli occhi per sopravvivere
e di quelle che
volenti o meno
hanno pagato il prezzo – caro prezzo
della loro differenza.
Siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a bruciare!
Ma apparteniamo anche
con orgoglio
a quelle che avete torturato, dilaniato e ammazzato
e a tutte quelle che siete riusciti ad azzittire
e relegare in un angolo.
Tutte loro sono le nostro madri, compagne e sorelle
averne consapevolezza
ci può permettere oggi
di urlare ancora più forte.
Il libro di Mona Chollet Streghe – storie di donne indomabili dai roghi medievali a #metoo è edito da UTET e potete acquistarlo cliccando qui.
Titolo originale: Sorcieres. La puissance invaincue des fammes edizioni La Découverte.